Memorie di Animage: “Il principe del sole” e “fammi da fratellino”
Ultimo aggiornamento: 29 Novembre 2020 da Amministratore
Articolo di Oguro Yuichiro (05-04-2011)
Ci sono delle cose che la volta scorsa non ho scritto. Non avevo visto La grande avventura di Hols, il Principe del Sole nei giorni del suo debutto al cinema, ma se lo confrontavo ad anime dello stesso periodo capivo che era un’opera molto più avanzata rispetto alle altre. “Facciamo una nuova animazione che fino a questo momento non esiste!”, probabilmente era un’opera fatta con un entusiasmo del genere, perché il film era pervaso da una forza che scavalca di molte volte il livello degli anime usciti sino a quel momento. Quello che mi aveva impressionato di più era la cosiddetta energia degli autori. O forse il vigore dello spingersi ad affrontare di petto le cose. Nel film avevo avvertito una cosa come un percepire la tensione dello staff.
E quindi in un modo o nell’altro lo rividi un sacco di volte: mentre ci rimuginavo sopra, in testa mi saltò fuori una preoccupazione in merito a questo film. Si tratta di un problema personale. Probabilmente non ci sarà quasi nessun altro al mondo che se n’è accorto. Guardandolo la prima volta, a proposito delle parti più avanzate, pensai: “Che espressioni difficili, degno di un’opera che può definirsi un capolavoro. Questi punti difficili sono proprio belli!”. Che un ragazzo di circa quindici anni usasse una frase come “espressioni difficili” non era poi questa grande considerazione, ma per mettere in parole le impressioni di quel momento utilizzai quelle. Però in seguito pensai: “Ma andrà bene prenderla in questo modo?”.
Per prima cosa, a riguardo dello “Spadone del Sole” e del “Principe del Sole”: sono entrambi concetti chiave di questo film, ma fino alla fine il loro significato è ambiguo. Quando all’inizio del film Hols estrae lo Spadone conficcato nella spalla di Mog, lui lo eredita da Mog. Mog dice che quello è il famoso “Spadone del Sole” e informa Hols che quando arriverà a padroneggiarlo diventerà “il Principe del Sole”. Di fatto, nel climax del film Hols diventa capace di usare lo Spadone grazie alla forza di tutti quanti, e abbatte il demone Grunwald. Questa condotta da grande eroe direi che si addice al “Principe del Sole”. Nella scena in cui Hols sconfigge Grunwald, si ha proprio l’impressione che la luce del Sole aiuti Hols. L’organizzazione della storia la riuscivo a comprendere: all’inizio del film lo “Spadone del Sole” veniva presentato con parole un po’ enigmatiche, agli spettatori veniva da chiedersi che tipo di elemento fosse, e poi guardando fino alla fine gli spettatori avrebbero capito senza bisogno di spiegazioni.
Ma anche se l’obbiettivo dell’autore si poteva comprendere, pensando alla dinamica del tutto, in effetti, che cosa fosse “il Principe del Sole” mica si capiva bene. Si disse che il modo di pensare alla “dinamica” per l’opera chiamata La grande avventura di Hols fosse probabilmente sbagliato in primo luogo come considerazione, ma dato che senza iniziare parlando di una cosa del genere il discorso non sarebbe continuato, proseguimmo senza pensarci. Per esempio: chi voleva ottenere il controllo dello “Spadone del Sole” doveva avere una forza incredibile, poi c’era questa leggenda per cui sarebbe stato chiamato il “Principe del Sole”. Ma come faceva Mog a saperlo…? Pertanto, c’era stato un “Principe del Sole” anche in passato? All’inizio del film lo “Spadone del Sole” era conficcato nella spalla di Mog. E poi pensai che seguendo la logica del karma era Mog stesso a essere “lo Spadone del Sole”, oppure “il Principe del Sole”. Dato che in primo luogo non capivo che cosa fosse Mog, le informazioni per rifletterci erano limitate.
Inoltre, stante il caso in cui Mog aveva elargito lo Spadone, sarebbe stato impossibile dirlo ritemprato da una sola persona. In quella fase Hols ha già aumentato i suoi compagni ed è ovvio che abbia raccolto i loro animi in un unisono. Come a dire che a potere guidare gli uomini in questo mondo non ci sia altro valore se non l’unione, e vederlo mi mise a disagio.
Un’altra cosa che mi turbava erano le battute con il demone Grunwald e Hilda. Quando Grunwald incontra Hols per la prima volta gli dice: “Fammi da fratellino”. “Diventa un mio compagno”, è questo il significato, ma lui non dice né “seguace” né “allievo”, ma “fratellino”. Hilda era la sorella minore di Grunwald, e c’era la possibilità che lui fino a quel momento volesse usare il ragazzo e la ragazza come suoi fratello e sorella, ma le informazioni erano insufficienti. Inoltre, nella scena dell’incontro fra Hols e Hilda, quest’ultima sa che Hols non ha i genitori e lei, che è nella stessa condizione, gli dice: “Allora noi siamo fratelli. Fratelli gemelli. Deve essere di sicuro così!”. Pensai che nel mondo ci fossero anche ragazze che parlano a questo modo, ma dopo un po’ quello diventa presto un modo di parlare strano.
Il suddetto punto mi turbava, anche se erano passati trent’anni. E il me stesso che stava scrivendo ora ha pensato: “Certo che trent’anni sono pazzeschi!”. Rimanerci turbato per così tanto! Cionondimeno, passati trent’anni ero riuscito a mettere a posto i dubbi che mi portavo dentro. La scena nel Bosco degli Smarrimenti che si trova nella seconda parte del film non era stata creata per essere totalmente devota al realismo del film, ma mette in primo piano degli elementi dalla natura simbolica, e in questo senso si potrebbe parlare di espressionismo. L’ambiguità dello “Spadone del Sole” e del “Principe del Sole”, e le battute “fammi da fratellino” e “siamo fratelli gemelli, deve essere di sicuro così” sono passaggi che svolgono un ruolo dall’importante natura simbolica. La prospettiva del ragionare sulla “dinamica” era probabilmente sbagliata, e il motivo era proprio questo. Ma cinematograficamente, “Il Principe del Sole” è realizzato con un orientamento al realismo, e la sua storia è organizzata in modo logico. Con una simile impronta, delle porzioni simboliche potrebbero dirsi male assortite, ma tale combinazione è anche interessante e riesce a catturarti.
Provando a guardarmi indietro, il lato che mi era piaciuto di questo film è che le espressioni non erano facilmente digeribili, credo. A proposito dei miei giorni giovanili da romanziere e pittore, ci sono casi in cui mi valuto come un principiante. Anche La grande avventura di Hols sarà stato per i suoi autori una cosa da principianti. Ci sono punti in cui gli autori hanno corso troppo. Tuttavia, la giovinezza dell’autore non sempre è un difetto per l’opera. L’opera sarà piena di energia e l’essere dei principianti collegherà il tutto. Poi, questa è una cosa un po’ maliziosa da dirsi e difficile da accettarsi, ma le porzioni indigeste finiscono per avere un buon sapore. Difatti la prima volta che lo vidi, io che avevo quindici anni pensai: “Le espressioni difficili sono ganze”. Recentemente, quando ho rivisito La grande avventura di Hols, ho gustato la giovinezza dei suoi autori.
Traduzione a cura di Cristian Giorgi (Garion-oh)