Josée, la tigre e i pesci – Joze to Tora to Sakana-tachi
Ultimo aggiornamento: 7 Febbraio 2022 da Amministratore
Come già saprete, Josée, la tigre e i pesci è tratto da una storia breve scritta da Seiko Tanabe, pluripremiata autrice originaria di Osaka, nel 1984. Nonostante l’adattamento resti più o meno fedele al personaggio di Josée e mantenga a grandi linee le parti principali del racconto, le due storie differiscono in maniera sostanziale in più punti.
Nella novella, Tsuneo e Josée vengono introdotti durante il loro viaggio di nozze. Con un flashback ci viene raccontata l’infanzia di Josée, abbandonata dalla madre quando era molto piccola e lasciata qualche anno dopo dal padre, sempre più assente, prima in un istituto per portatori di handicap e successivamente alla nonna. Quest’ultima prova vergogna a far vedere Josée in sedia a rotelle, e le concede qualche uscita solo al calare del sole. Durante una di queste passeggiate, mentre la nonna è a fare compere, Josée viene spinta da qualcuno e viene salvata da Tsuneo proprio come nell’anime. Da lì in poi, Tsuneo comincerà a frequentare la famiglia di sua spontanea volontà, senza la scusa del lavoro, costruendo pedane e attrezzi per facilitare a Josée lo svolgimento delle faccende domestiche. Josée ha un modo di fare altezzoso e presuntuoso simile a quello del film, ma il rapporto tra i due è meno burrascoso. Impegnato con la sua vita (sociale e amorosa) universitaria e poi lavorativa, Tsuneo perde via via l’interesse a frequentarla, e Josée sola ad affrontare la morte della nonna. Quando Tsuneo si ricorderà di lei, la troverà in una nuova abitazione, ancora più isolata e fisicamente deperita. Su iniziativa di Josée, due avranno subito un rapporto sessuale. Diventati una coppia, Tsuneo accompagna Josée allo zoo; ci era già andata da bambina, in visita con l’istituto, ma non aveva mai avuto il tempo di vedere le tigri. Una volta davanti ai felini, Josée ha paura e si aggrappa a Tsuneo, rivelando che aveva sempre sognato questo momento. Tornando al viaggio di nozze, Tsuneo e Josée arrivano nel Kyushu per visitare un acquario sottomarino. La notte, in albergo, Josée pensa che lei e Tsuneo sono come in un acquario in fondo al mare. “Siamo come dei pesci. Siamo morti. Siamo felici.”
Leggendo la novella, ci si accorge subito che il Giappone degli anni ’80 era un posto molto diverso per una persona disabile. Nonostante gli aiuti statali, Josée deve affrontare diverse discriminazioni, a partire dalla sua famiglia. La disabilità viene vista come una vergogna, e piccoli ma significativi dettagli come il controllore che nel film aiuta Josée e Tsuneo a salire sul treno sembrano impensabili nel mondo in cui è ambientata la storia breve.
Com’è logico per un adattamento in lungometraggio di una storia di circa 20 pagine, le aggiunte sono molte, e si tratta principalmente dei cliché da anime romantico estivo (raggiungere i propri obiettivi, l’ultima estate insieme, ecc…), nonostante i quali Josée, la tigre e i pesci resta uno degli esponenti più validi del ritrito genere. Senza di essi però, e con una caratterizzazione un po’ meno stereotipata (per quanto forzatamente abbozzata) di Tsuneo, la storia breve di Seiko Tanabe ha una dimensione più adulta che varrebbe la pena leggere, sperando in una pubblicazione in italiano dell’omonima raccolta di storie brevi, tutte valide, in cui compare.
-Aldo