Memorie di Animage: Il contrattacco di Char (parte quarta)

Ultimo aggiornamento: 6 Maggio 2020 da Amministratore

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Yuichiro Oguro è stato redattore di Animage negli anni ’80 e ha deciso di rendere pubblici diversi suoi pensieri e considerazioni su come si è mosso il mondo dell’animazione giapponese fra gli anni ’70 e ’80, dedicando il suo tempo a scrivere più di 400 articoli sull’argomento, analizzando diverse serie e film.

La vittoria completa a cui mira Char

Finalmente stiamo arrivando alla conclusione dei miei articoli su Il contrattacco di Char. Mentre si sta svolgendo il miracolo dello psycho-frame, Amuro che si trova a bordo del Nu Gundam e Char che si trova nel cockpit core continuano a discutere. Come avevo scritto, il cockpit core di Char si trova incastrato sulla superficie di Axis. Questa loro discussione è la parte più importante di tutto il film. Proseguo il discorso. Dopo che Amuro ha urlato “il Nu Gundam non è una montatura!”, Char risponde come segue: “Se mi premesse la vita, pensi che ti avrei davvero fatto avere le informazioni sullo psycho-frame?”-“Che cosa me ne farei di una banale vittoria contro dei ridicoli mobile suit, me lo spieghi? Comunque sia, tutto questo è un controsenso”. Amuro risponde sorpreso: “Ci stai prendendo in giro! L’unica cosa che sei in grado di fare è guardare il tuo prossimo dall’alto in basso!”. Il “controsenso” è avere perso contro Amuro ed essere stato incastrato sulla superficie di Axis, direi. A questo punto della storia è chiaro che lo psycho-frame con cui è equipaggiato il Nu Gundam è stato fornito da Neo Zeon. Una cosa che Char ha fatto avere ad Amuro intenzionalmente. In sostanza, stava pianificando una vittoria completa. Come leader di Neo Zeon vuole imporre la disciplina sugli uomini, ma allo stesso tempo come pilota vuole sconfiggere Amuro. Inoltre detesterebbe battere Amuro solo grazie alle capacità del suo mobile suit, per cui vuole che anche il suo nemico abbia un mobile suit con uguali capacità. Per questo lascia trapelare le informazioni sullo psycho-frame. A questo modo la vittoria sarebbe una vittoria completa. Visto l’uomo che è Char, se non avesse fatto così non si sarebbe mai sentito soddisfatto. Probabilmente in caso di vittoria contro Amuro gli avrebbe riso contro “Nonostante abbia lasciato trapelare le informazioni sullo psycho-frame, non sei in grado di combattere al mio livello!”. Ha un carattere davvero ossessivo. In questo film vengono messe in mostra anche le ossessioni del regista, ma la sua ossessività pare che si rifletta pienamente sul progetto di Char. E dopo avere preparato tutto questo, Char perde. È proprio un controsenso. Probabilmente fin dall’inizio Char non considerava granchè le prestazioni del Nu Gundam, ma avendo permesso che si dotasse dello psycho-frame ha fatto in modo che superasse le capacità del Sazabi. Dopo avere pianificato tutto ciò è davvero una vergogna che abbia perso. Quindi dice ad Amuro che ha vinto solo perché è stato lui a passargli lo psycho-frame. Quando Char finisce per dire una cosa del genere, fa così pena da far perfino piangere. Sarebbe stato centomila volte meglio se se ne fosse stato zitto. Dopodichè i mobile suit di alleati e nemici si radunano e spingono Axis. A quel punto si svolge la conversazione “Ma certo. Gli uomini che possiedono questo calore possono arrivare a distruggere la Terra. Devi fartene una ragione, Amuro!” che avevo già riportato. Quando Amuro risponde “Lo capisco benissimo! Ma proprio per questa ragione dobbiamo mostrare al mondo intero la luce dei nostri cuori”, Char replica ”Fai dei discorsi molto appassionati, ma sei stato piuttosto freddo con Quess!”. All’improvviso si mettono a parlare di Quess. Quando Amuro dice “Io non sono una macchina! E non posso essere il sostituto di suo padre. E tu invece? Non hai forse usato Quess come se fosse una macchina?”, Char risponde “Ora capisco… Quess era alla ricerca di una figura paterna. Mentre io, poiché la ritenevo solo una gran seccatrice, l’ho sfruttata solo come una macchina”. In questa scena, ma non solo in questa, le interpretazioni di Shuichi Ikeda e Toru Furuya sono state eccezionali. Per farla breve, né Char né Amuro si sono mai sposati né hanno avuto figli. Amuro si è accorto che Quess cercava un padre o una figura similare (ed ecco perché Quess diceva “I ragazzini non mi piacciono!”), ma Char nemmeno se n’era accorto. Quindi l’ha manovrata come una bambina. Anche se Amuro si era accorto cosa cercava Quess, non era in grado di svolgere il ruolo di un padre. In questo film non c’è nessuna scena in cui Amuro cerchi di essere un padre per Quess, ma anche nel caso fosse successo penso che non avrebbe trovato nessun punto di contatto con la ragazza. Da questa conversazione si capisce che è lui stesso a ritenersi incapace di farlo. Sono due eccellenti piloti di mobile suit. Parlando di Char, è un politico che usa le persone attorno a sé come pedine. Ma per quanto riguarda i bambini non ha abbastanza maturità per svolgere il ruolo di genitore. Ma pur non avendo mai avuto bambini, se fosse cresciuto normalmente sarebbe riuscito ad avere un atteggiamento tipo quello di un padre. Amuro all’idea di diventare un sostituto del padre di Quess ha l’impressione di diventare una macchina. In sostanza, senza cancellare i suoi veri sentimenti non riuscirebbe a diventare un genitore sostitutivo. Anche questo modo di pensare di Amuro è molto triste. Poi, dal discorso di non essere riusciti a diventare il padre di Quess si passa al discorso su Lalah. E Char in proposito dice una cosa sconvolgente.

Il discorso di Char su “Lalah come madre”

La conversazione fra Char e Amuro continua. Alla frase di Char “Mentre io, poiché la ritenevo solo una gran seccatrice, l’ho sfruttata solo come una macchina”, Amuro ribatte “Per essere un uomo del tuo livello, hai un cervello davvero minuscolo”. A quel punto Char replica “Lalah Sune era l’unica donna al mondo che avrebbe potuto farmi da madre! E tu l’hai uccisa, per cui non parlarmi in questo modo!”. A queste parole Amuro rimane stupefatto. “Da madre? Lalah Sune? Uah!”. Il suo “uah” di sorpresa dipende dal fatto che il cockpit del Nu Gundam viene avvolto dalla luce. Guardando il cut successivo si capisce che il Nu Gundam non è esploso. Si vedono le menti di Amuro e Char volare via disperdendosi nello spazio, assieme alla luce dello psycho-frame. Qui finisce la loro conversazione. Giudicando dalla reazione di Nanai, pare che Char sia morto qui. Per cui anche Amuro dovrebbe avere perso la vita. Dopodichè Axis si allontana dalla Terra e gli abitanti del pianeta guardano la luce proveniente dall’asteroide. Probabilmente si tratta della luce dei cuori delle persone. Sulla Terra si sente il pianto di un bimbo appena nato. Si potrebbe pensare che sia Char che Amuro si siano in qualche modo reincarnati, o che semplicemente il senso sia che laddove qualcuno muore c’è sempre qualcuno che nasce. Lo psycho-frame sperimentale a forma di T fa un giro attorno alla Terra, avvolgendola nella luce. Quindi partono i titoli di coda. Il contrattacco di Char è finito. Il problema sono le battute “Lalah Sune era l’unica donna al mondo che avrebbe potuto farmi da madre! E tu l’hai uccisa, per cui non parlarmi in questo modo!”- “Da madre? Lalah Sune? Uah!”. La loro disputa verbale è durata a lungo, ma si è conclusa con questo scambio. Queste due battute indicano la conclusione de Il contrattacco di Char. Quando lo vidi per la prima volta, non capii per nulla il significato di questo scambio. Non capii nemmeno i sentimenti di Char che desiderava che Lalah fosse sua madre, né il senso di avergli fatto dire così alla fine del film. La mia reazione fu “eh? che cosa sta dicendo?”. Per quante volte l’abbia riguardato, sebbene sia poi riuscito a immaginare quali fossero le intenzioni dell’autore, non riuscii mai a comprendere i sentimenti di Char. A quei tempi avevo 24 anni. A ripensarci adesso, a 24 anni io ero ancora un bambino ed era inevitabile che non capissi quello scambio. Nel film non era spiegato per quale motivo Char cercasse una madre in Lalah. Ad ogni modo, Char è morto subito dopo avere detto quella cosa e Amuro ha potuto solo essere sconcertato. Né Bright né Nanai hanno sentito le parole di Char, quindi non hanno potuto commentarle. Nessun altro ha sentito quella frase. Subito dopo è avvenuto il miracolo dello psycho-frame, ma non credo che c’entri qualcosa. Sembrava più che altro che l’autore stesse dicendo agli spettatori “Dopo avere detto ciò, Char è morto. Cosa ne pensate?”. Allora proviamo a pensare a questo scambio di battute. Char, che nelle serie di Gundam è il personaggio più fico, orgoglioso ed un eccellente soldato, in realtà desiderava che una ragazza morta in passato diventasse sua madre. Questo è incontestabile. Ha continuato a vivere abbracciando quel sentimento. La cosa più importante che si trovava nel cuore di Char era l’esistenza di una ragazza morta 10 anni prima. Per questo non ha mai concesso il suo cuore a Nanai e ovviamente anche a Quess. Dato che nel profondo del suo cuore cercava una ragazza che potesse fargli da madre, non avrebbe mai potuto nemmeno lontanamente immaginare se stesso come padre sostitutivo per Quess. Con Nanai è stato dolce, ma è chiaro che la sua condotta verso di lei era puro calcolo. Non è che volesse semplicemente delle coccole, la sua richiesta era assolutista. Ed è ovvio che lui volesse una cosa del genere da una donna viva, ma proprio per questo Char avrà pensato che Nanai non poteva esserlo. Probabilmente per uno come Char, che ha trascorso la vita da solo, non c’erano compagni che potevano trasmettergli tranquillità e probabilmente Lalah era l’unica che poteva riuscirci. Sicuramente anche imporre la disciplina sull’umanità era una cosa che Char sentiva di dover fare, ma ciò che lo tormentava erano i sentimenti indirizzati a Lalah che ora non trovavano più nessuno sbocco. Per cancellare questi sentimenti combatteva contro Amuro, il responsabile della sua morte, ricercando una vittoria completa. Prima di tutto veniva il suo desiderio di sconfiggere totalmente Amuro, arrivando perfino a progettare la caduta di Axis. C’è anche la possibilità che quando Lalah era ancora viva non avesse mai pensato a lei come una madre. Ma dopo la sua morte quei sentimenti si sono rafforzati ed è riuscito a capire che ne desiderva il ruolo materno. Ma anche il fatto che Lalah fosse una donna in grado di diventare per lui come una madre sarà stato frutto della sua immaginazione. Char ha passato poco tempo con Lalah. Probabilmente di lei non vedeva che i lati positivi. Se per caso fosse sopravvissuta e fosse rimasta sempre al suo fianco, sarebbe riuscito a vederne anche i lati negativi. Alla fine del film vengono esposte una dopo l’altra tutte le cose che Char ha dentro. Perde tutto ciò di cui si era ricoperto, rimanendo nudo. È per questo che ciò di cui parla all’ultimo momento possibile è che desiderava che Lalah fosse per lui come una madre. Si può dire che Char fosse un uomo fatto così. Anche Char aveva delle debolezze come tutti gli uomini. Anche se si tratta di grand’uomini, anche se si tratta di eroi, tutti gli uomini hanno delle debolezze. E in proposito non voglio dire “che sciocchezza”. Ho scritto la parola “debolezza”, ma forse si tratta di qualcosa di diverso. È una cosa che posso dire grazie all’età a cui sono arrivato, ma penso che gli uomini come provano un sentimento come quello di Char per Lalah non sono pochi. Forse l’oggetto del loro desiderio non è una “ragazza morta” e nemmeno cercano una “madre”, ma questo tipo di sentimento di cui non ci si riesce a liberare esiste nella nostra società. Forse è solo che in pochi riescono a parlarne. Un’altra cosa su cui vorrei portare l’attenzione è che Amuro si stupisce del discorso di Char. Fino a quel momento si era mostrato come Amuro capisse tutto quello che pensava Char. Così come Char faceva attenzione ad Amuro, anche Amuro viveva ben sapendo dell’esistenza di Char. Tuttavia non aveva immaginato nemmeno per sogno che Char cercasse in Lalah una madre. Per cui si sorprende e dice “Da madre? Lalah Sune?”. Anche se è un newtype non comprende in profondità il cuore delle altre persone. Alla fine del film diventa chiaro che i due non si sono compresi. E così mentre si compie il miracolo dello psycho-frame, cinicamente ci viene mostrata una discomunicazione fra persone. E poi l’idea che la fine della sua vita Amuro l’abbia passata cercando di capire cosa pensava il suo rivale, che ne sia rimasto così sorpreso, è davvero svuotante. Che Char cercasse in Lalah una madre non è una cosa sciocca, ma venire intrappolati da quel sentimento e passare la vita in depressione, quello sì che è sciocco. E se ha cercato di imporre la disciplina sugli uomini partendo da questo spunto, è assurdamente sciocco. Non dovrebbe parlare male degli esseri umani la cui anima è incatenata dalla gravità della Terra, perché quello che doveva vedere il cuore degli uomini era proprio lui. Proprio come Char, gli uomini sono degli esseri davvero piccoli. Se hanno dei lati miserabili, hanno anche dei lati sciocchi. Le sciocchezze degli esseri umani descritte in questo film sono tutte raccolte in Char. Poi da queste sciocchezze nascono le tragedie. Eppure esiste anche la salvezza. Si desidera che ci sia. Tuttavia, nonostante che in questo film si mostri che esistano sciocchezza e tragedia, non viene mostrata quale sia la salvezza corrispondente. Probabilmente non ci si è riusciti. Questa amarezza è Il contrattacco di Char.

Il newtype che non diventò adulto

Finisco con questo articolo la mia discussione su “Il contrattacco di Char”. Se provo a ripensarci, mi trovo di nuovo a concludere che si tratti di un’opera immensa. Ha una quantità di informazioni strabiliante. È tutto pensato con molta attenzione. Avevo già toccato l’argomento, ma il modo con cui entrano in scena i personaggi è assurdamente profondo. Forse i loro drammi sono irritanti e a senso unico, ma hanno la forza persuasiva per sostenersi. Solo, non si tratta di un film per tutti. Dato che ha il fascino dell’azione robotica, fino a un certo punto potrebbero gradirlo tutti, ma non sono certo molti quelli che riuscirebbero ad apprezzarne il dramma e l’atmosfera. Inoltre credo che ciò che l’autore ha cercato di comunicare non viene necessariamente trasmesso agli spettatori. Quando creai la dojinshi “Il contrattacco di Char: un discorso fra amici” parlai di questo film con un sacco di persone diverse. Quella volta mi accorsi che anche se si trattava di gente a cui gli anime piacevano, c’era chi non riusciva a comprendere dove stesse la bellezza di quest’opera. Quando scrivo “non riuscire a comprendere” sembra che stia dicendo che non avevano le capacità per capirlo, ma non è così. È un problema di senso dei valori e di gusti. Vorrei affermare che Il contrattacco di Char è un “capolavoro”, ma per quel motivo mi trovo a esitare. Non è un film che possa piacere a tutti, ma per chi ci rimane invischiato è un’opera irresistibile. Non so come si sentano le altre persone, però personalmente la stupidità delle persone, le tragedie, le sensazioni asciutte descritte in questo film le ho percepite come cose mie e le ho trovate interessanti. Durante una scena Quess dice che chi riesce a capire che l’anima delle persone è affascinata dalla gravità della Terra è un infelice. Allo stesso modo forse chi riesce a capire il contenuto de Il contrattacco di Char non deve essere gente molto felice. Ma dicendo così mi sa che gli altri Gundam fan si arrabbieranno. Nei confronti de Il contrattacco di Char a volte mi fermo a pensare “ma perché quella volta Char ha…”. Finisco a interrogarmi sulle ragioni e i sentimenti dei personaggi come se fossero persone vere. Solo questo film mi spinge a tanto. Posso continuare a ragionare su questi argomenti perché i personaggi hanno profondità, perché l’opera è stata costruita così. Qualche anno fa mi sono reso conto del perché ne “Il contrattacco di Char” Amuro sembra così depresso. Lui era depresso anche in Z Gundam. Tuttavia, all’inizio di Z Gundam si trovava agli arresti domiciliari e la motivazione poteva essere che sentisse la mancanza di libertà. Però ne Il contrattacco di Char lui è uno dei due protagonisti ed ha il ruolo di combattere contro Char fino al limite delle sue forze. Mi chiesi se non sarebbe stato meglio se fosse stato più sicuro e solare. Non è devastato come Char, ma la ragione per la sua depressione può che essere una sola: la morte di Lalah. E poi mi sono accorto di un’altra cosa. Cioè che l’Amuro de Il contrattacco di Char era uguale a noi che guardavamo il film. Così come Camille di “Z Gundam” e Quess de “Il contrattacco di Char” rappresentavano il modello dei giovani al momento della realizzazione delle rispettive opere, anche Amuro nella prima serie era descritto prendendo a modello i giovani di quei tempi. Ad Amuro piace stare chiuso in casa, un ragazzo amante dei computer a cui piace smanettare con le macchine. Per dirla in modo buono, un sensibile. Per dirla in modo cattivo, un nervoso. Quando c’è qualcosa che non gradisce, diventa subito scontroso. Un ragazzo tipico di quell’epoca sale sul Gundam e comincia a prendere a calci in culo i piloti adulti. Per lui manovrare un mobile suit deve sembrare un’estensione del suo hobby per i computer. È solo la storia di un tipo che se ne sta in casa, in altre parole un otaku, che usa il proprio campo di esperienza per svolgere un ruolo importante. In questo senso la prima serie di Gundam era per gli animefan dell’epoca “la nostra storia”. Anche io devo averla guardata un po’ in questo modo. Pensavo che Amuro mentre acquisiva esperienza come pilota di mobile suit cresceva anche in maturità. In altre parole, diventava adulto. Tuttavia non diventò un adulto. Diventò un newtype. Come ho scritto in un articolo sulla prima serie di Gundam, provai un senso di insoddisfazione quando vidi l’ultimo episodio della prima serie. Questo perché eravamo nel climax, ma a lui non era rimasto granchè dall’essere stato un soldato. Alla proiezione de Il contrattacco di Char nei cinema erano passati quasi 10 anni dalla prima serie di Gundam. Nella narrazione interna erano passati più di 10 anni, per cui ora Amuro aveva 29 anni (anche se a onor del vero nel film non viene mai affermato con chiarezza). Lasciando da parte i motivi di impostazione, il fatto che Amuro abbia accumulato anni in depressione riflette il fatto che che i ragazzi tipici dell’epoca della prima serie, cioè noi, sono cresciuti di 10 anni senza diventare davvero adulti. Anche il fatto che Amuro e Char non siano abbastanza maturi per fare da padri sostitutivi a Quess dipende dal fatto che non riescono a diventare adulti. Il fatto che loro continuino a insistere su di una ragazza conosciuta più di 10 anni prima, è forse una metafora per noi che a dispetto della nostra età continuiamo a insistere sugli anime. Data la sua età, non sarebbe strano se Tomino ci vedesse così. A pensarla in questo modo anche la frase “Il Nu Gundam non è una montatura” ha delle implicazioni diverse. Forse è una frase che indica la sciocchezza dell’ossessione continua verso un titolo come Gundam. “La luce del cuore degli uomini” e “la stupidità degli esseri umani” sono ancora un altro discorso. In questo caso l’autore attraverso questo film ci sta dicendo “diventate adulti!”. Come ho scritto poco fa, alla visione della prima serie di Gundam ci siamo sentiti insoddisfatti perché Amuro, che sentivamo a noi vicino, non era diventato adulto… ma non avremmo mai immaginato che questo discorso si sarebbe rivoltato anche verso di noi. In questo senso “Il contrattacco di Char” è un film amaro.

Intervista: Un discorso tra amici

Proseguo. Mettere tutta l’intervista per intero è troppo difficoltoso. Tradurre le parole di Tomino è piuttosto complicato perché non si preoccupa di spiegare bene quello che pensa, ma lascia tutto per scontato. Mi scuso se ho maleinterpretato qualche suo riferimento. Anche la forma con cui ho scritto questi dialoghi è parecchio involuta (ma è proprio Tomino che parla così). Per cui mi rendo conto che io che l’ho tradotto capisco cosa sta dicendo, ma forse per chi legge alcuni passaggi sembreranno un po’ campati in aria. Nel caso chiedete che specifico.
Di cosa sto parlando? Be’, Oguro si lamentava di non avere più nemmeno una copia di “Un discorso fra amici”. Ma grazie alla rete qualcosa si può mettere insieme. Lo divido a pezzi perché è troppo impegnativo per me tradurre tutto di seguito.

Pubblicato il 26-11-1993
Il contrattacco di Char: Un discorso fra amici

Estratto 1: sui film
(dopo avere parlato a lungo su Z Gundam e V Gundam)

Anno: Ecco, a me piace moltissimo Il contrattacco di Char.
Tomino: (perplesso) Ah, grazie mille.
Anno: Ho fatto parte dello staff, ma nonostante fossi abbastanza coinvolto da consultare in anticipo gli storyboard, la prima volta che lo vidi non lo capii per niente. Poi, quando ho iniziato ad avere esperienze di regista come Tomino-san, ebbi finalmente l’impressione di capirlo. Eh, ero proprio uno stupido.
Oguro: Se si guarda verso l’industria dell’animazione, ce ne sono parecchi. Intendo di persone a cui piace “Il contrattacco di Char”. Questo libro nasce proprio dal desiderio di raccogliere le loro impressioni.
Tomino: (ride) Ti piace e ne sei grato. Ma non per adulazione, vero? Per contro, rimanevi a lambiccarti sul perchè ti sia piaciuto così tanto mentre nessuno ne parlava.
Anno: Il fatto che nessuno ne parlasse è anche quello un mistero. Ai tempi della proiezione io, Yamaga-kun e Izubichi-san eravano così esaltati che ci dicemmo “facciamo un fanclub”, ma a parte noi non sentivo nessuno parlarne. Nemmeno nelle riviste di animazione o nei mook. Il fatto che non si sentisse nessun parere in proposito dalla cosiddetta società era anch’esso un mistero. Ma io mi impegnai perché volevo che ne rimanesse almeno una sinossi per comunicare la sua grandezza e il suo valore come lascito culturale (espressione seria).
Tomino: Eeh?
Tutti insieme: (risate)
Tomino: Non penso per niente che si meriti tanto. E te lo dico come la persona che l’ha creato. Tre mesi fa al massimo ne ho parlato anche con Oshii-san per un’intervista su Animage, ma non ho dato peso ai suoi complimenti.
Anno: Ma no, penso che anche a Oshii-san piaccia sul serio. Perché lui non è il tipo che loda gli altri.
Tomino: Questo lo so. Ma ho pensato che fosse nella posizione per cui “quando si è di fronte a qualcuno di più anziano sarebbe maleducazione non dirgli qualcosa del genere”.
Anno: Oshii-san non è capace di essere così scaltro (ride).
Inoue: Non ne è capace come uomo.
Oguro: Quando si parla con lui di opere di altri è sempre aspro. Specialmente su “Porco Rosso”, ad esempio.
Anno: Ah, per quanto riguarda “Porco Rosso” vale anche per me.
Tomino: Che cos’ha di male?
Anno: Penso che come film sia ben fatto, ma dato che conosco Miyazaki-san personalmente non riesco a vederlo in quel modo. Ci vedo troppo Miyazaki-san che si mette in mostra dietro alla pellicola, e ciò non è bello. Cioè, sprizza troppa fichezza.
Tomino: Cosa?
Anno: Mentre umilia se stesso mostrandosi come un maiale allo stesso tempo vola su un di un idrovolante rosso, fuma sigarette e ha vicino due donne, una giovane e una della sua stessa età!
Tomino: Ah ah ah ah! L’ho capito cosa intendi dire. Come età io sono della sua stessa generazione. Lo capisco benissimo (il suo sentimento), incondizionatamente. Anche se ti trovi in una sitazione da pensare “che disagio” non ti viene per nulla da arrabbiarti (ride).
Anno: Quello che intendo dire, è che è parecchio ridicolo! Dalle tue opere viene fuori l’impressione che tu stesso stia ballando nudo, e mi piace (agita un pugno) . Nelle opere recenti di Miya-san la sensazione è che sia tipo “pretendi di ballare nudo, ma in realtà stai indossando le mutande!”, ed è una cosa che odio. E mi viene da dire “Almeno spogliati alla fine!” (si è scaldato all’improvviso).
Tomino: Ah ah ah!
Anno: (ancora più galvanizzato) E per di più sta indossando delle mutande magnifiche!
Tomino: Se dici così, non mi lasci più possibilità di dire la mia. Ciò che dici lo capiscono bene tutti quanti.
Anno: (arrossisce) Scusami.
Tomino: Anche se dico che lo capisco bene, non voglio certo difendere Miyazaki. In generale, l’invecchiare è una cosa del genere… ah ah ah! no, scusatemi (ride). Parlando di me, è di sicuro così. Fino ad ora non ho mai espresso le mie parole, per cui voglio farle sentire per la prima volta. Penso che ormai si capisca quello che dico. “I film non devono essere così”. In effetti a sventolare fuori il pistolino ci si sente meglio.
Anno: Eeh, sul serio? A me non piace quando ci si mette orgoglio. Un pistolino che sventola è un pistolino che sventola. Forse, se avesse una forma impressionante…
Tomino: Sì, assolutamente.
Anno: Ah. Sarebbe bello se mi mostrassi una rappresentazione del genere. Io non ci riuscirei. Intendo “dannato, guardami nudo mentre lo sventolo!”.
Tomino: E poi viste da quelli della mia generazione le opere di Miyazaki appaiono come delle cose comuni. Ho l’impressione che si vedano troppo i punti deboli dell’intrattenimento della nostra generazione. Soprattutto per quanto riguarda le immagini. Come se da qualche parte si pensasse “i film sono raffinatezza”. Il termine che io uso sempre è open entertainment. Cioè, guardare tutti insieme facendo “uah!”. Un divertimento del genere è dato dalle grandi immagini in movimento. In questo senso… Miya-san e Takahata-san sono proprio intelligenti. C’è tecnica. E anche sensibilità, in una misura non malvagia. Be’, tranne per i gusti da lolicon.
Tutti insieme: (risata)
Tomino: Mi è parecchio difficoltoso guardare certe cose. Parlando di film, è probabile che a voi non piaccia ma una pellicola che ho apprezzato davvero molto è “Nuovo cinema Paradiso”. In questo film c’è una scena dove dei giovani ragazzi si masturbano guardando un’immagine di Brigitte Bardot. Dunque i film sono così? (ride). Cioè, mi pare che ci sia una differenza sostanziale. Ho un po’ questa sensazione quando Miyazaki-san dice di “puntare a dei film”. Ma dato che ho l’impressione che spiegando queste cose a dei giovani la faccenda si ritorca contro di me, lasciamo perdere Miyazaki-san.
Tutti insieme: (risata)
Tomino: Davvero, è una cosa a cui devo fare attenzione.
Anno: Il senso di nudità che si esprime dai tuoi film mi piace moltissimo. Ma forse dal suo punto di vista uno spettatore potrebbe provare disgusto. Ma ormai ti sei diretto verso quel punto, magari senza nemmeno accorgertene, vero? Intendo il tuo modo di creare.
Tomino: Direi di no, almeno non volontariamente.
Anno: Oshii-san direbbe “si tratta di un crimine di coscienza”.
Tomino: Per parlare di crimine di coscienza dovrei comportarmi in un certo modo. Tuttavia per comportarmi così dovrei averne la convinzione (se mostrarmi nudo o meno) e se devo dire se vedo o meno la linea di confine, devo dire che non la vedo. Non ho un talento tale che mi permetta di arrivare a quel punto. In quel momento, che vada bene o che vada male, non riuscirei a lanciare la palla con tutte le mie forze. Per dirlo con parole mie, “giovinezza e poi spirito”. Per quanto riguarda “Il contrattacco di Char” la mia intenzione era di dare la priorita al “vi mostro come lo si fa per lavoro”, per cui non avevo piena coscienza di cosa stavo costruendo. Dato che la situazione era questa, il crimine di coscienza non c’entra. Se fossi stato davvero preoccupato dal dire quale sia il significato de “Il contrattacco di Char” parlerei di un problema di lavoro. Cioè, niente altro che volontà di mettere tutto insieme. Davvero, se devo pensare al fatto che ci siano delle disattenzioni in quello che mi hai detto, direi che non ce n’è nemmeno-nemmeno una. E poi un’altra cosa. Non è solo un discorso di mettere insieme un lavoro. Un altro problema era che a quei tempi il metodo di disegnare degli animatori aveva talmente poco senso che molte cose ho dovuto rifiutarle e non ho potuto utilizzare tutto il materiale realizzato. Per cui parlando di questo mi sento ancora molto imbarazzato.
Anno: Però, ecco… c’è un’altra cosa. Ciò che mi è piaciuto de “Il contrattacco di Char” è anche la negazione dei disegni. Nel senso che il ritratto del regista non è affidato solo ai fotogrammi.
Tomino: Sì, sì, sì. È possibile che li negassi.
Anno: Aah, che invidia!

Yuichiro Oguro
Traduzione a cura di Cristian Giorgi (Garion-Oh)
Fonte: WEB Animestyle.

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