Memorie di Animage: Char’s Counterattack (Parte quinta)

Ultimo aggiornamento: 6 Maggio 2020 da Amministratore

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Yuichiro Oguro è stato redattore di Animage negli anni ’80 e ha deciso di rendere pubblici diversi suoi pensieri e considerazioni su come si è mosso il mondo dell’animazione giapponese fra gli anni ’70 e ’80, dedicando il suo tempo a scrivere più di 400 articoli sull’argomento, analizzando diverse serie e film.

Un discorso fra amici

Estratto 2: sul sesso

Tomino: (a proposito delle impressioni lasciate da Il contrattacco di Char) Furono blande, me l’aspettavo. E quelle che ci furono esprimevano tutte un senso di incompletezza. È rimasto un forte ricordo di come il finale sembrasse incompleto.
Anno: Quanta fretta. Il tempo passa spedito.
Tomino: Vero? Mi rendo conto che l’impressione sia stata che il film fosse troppo corto. Però, era inevitabile. Ai tempi della prima proiezione al termine della visione ci fu comunque l’accettazione che “è una cosa così”. Per inciso, dato che non ci fu il tempo di fare proiezioni private perché come al solito il piano di lavoro era forsennato, il presidente di Bandai e il vicepresidente di Kadokawa Shoten andarono assieme a vederlo nel primo giorno di proiezione al pubblico. Finita la visione, il presidente di Bandai disse “Be’, sarebbe stato un problema se non fosse finito così. È una cosa così”. E anche Kadokawa “Già, è come dici. Una cosa così”. E lo fecero proprio di fronte a me (ride). Dunque pensai “allora va bene così”. Il fatto è che comunque sul loro apprezzamento dell’opera io non so altro che questo. Dato che non era stato né completamente negato né completamente accettato, dal punto di vista del mio lavoro non avrebbe dovuto essere un problema… ma mi chiedevo “sarà così?”. L’impressione che ebbi non poteva essere altro che “Tomino-san non è riuscito a diventare un regista di film” e quindi mi sentii imbarazzato. Mi ero fatto un discorso del genere.
Anno: Ci sono molte persone che non l’hanno capito, il contrattacco di Char. Che lo giudicano dopo averlo visto una volta sola.
Tomino: Questo lo capisco bene. Capisco bene perché la pensino così. In questo senso, il fatto che un film sia stato creato per essere facile da vedere, facile da capire oppure difficile da vedere, difficile da capire, dipende da un giudizio soggettivo. Dal mio punto di vista non potrei che dire “è irritante, ma è fatto così”. In effetti è irritante.
Anno: Un’altra cosa che ho percepito ne Il contrattacco di Char è che volevi concludere un discorso.
Tomino: Be’, se hai seguito il mio discorso alla fine era davvero solo un problema di lavoro. Di Gundam stesso, anche solo della serie, non potevo lasciare che ne rimanesse solo il nome. Per quanto riguarda il problema fra Char e Amuro, ho solo mostrato la conclusione del loro discorso. Supponendo che debba dire una sola cosa a proposito di “mostrato”, non è che per diventare un narratore dovessi affrontare per forza un discorso conclusivo su di una storia di guerra… ecco, sì. Se avessi messo in piedi una cosa tipo “Forse Char e Amuro sono omosessuali”, se ci fosse stata attrazione sessuale, se avessi potuto rivelarlo… Più di ogni altra cosa, se nelle opere di mero intrattenimento, come dicevo, non viene ripreso un elemento di attrazione sessuale da comunicare, non c’è dramma. Per cui non riuscii a escogitare altro che quel finale. In verità avrei potuto fare una cosa più fantascientifica… vero? Sarebbe stato bello se fossi riuscito a realizzare una cosa più appariscente, ma non mi è venuta in mente. Non riuscire ad andare oltre è un mio limite e penso che sarebbe bello riuscire a trovare un appiglio del genere, che mi possa rendere un vero narratore. Ad ogni modo, non mi ritrovai a poter scegliere fra più opzioni.
Anno: Comunque c’è una cosa a cui tutti si devono essere abituati, tanto che non la notano. Le persone che appaiono negli anime riesco a vederle solo come dei cell, perché piattissime.
Tomino: Lo capisco.
Anno: Sono simboliche, vero? Vedo il cell come un mezzo di rappresentazione molto rozzo e infantile. In queste rappresentazioni piatte, la prima volta in cui mi sono accorto di un’allusione sessuale era nei tuoi anime. Si tratta di Ramba Ral e Hamon. Quei due non sono sposati. Avere una concubina è una relazione immorale. Quei cell rappresentano alla perfezione la sensazione “ah, questi due la notte dormono assieme”. Ciò che mi ha fatto provare questa sensazione merita per me un elogio. Si tratta di una cosa che non ho mai provato né con gli anime di Takahata né con quelli di Miyazaki. L’associazione delle immagini al sesso viene solo dagli anime di Tomino-san. Ne Il contrattacco di Char lo si percepisce chiaramente. Fra Char e Nanai (lo dice con insistenza).
Tomino: Sì… sì. In questo caso, ne sono felice.
Anno: Un’altra cosa che mi piace è quando in “Gundam III” ci sono Lalah e Char che bevono del caffè e basta. Quell’immagine è straordinaria! (agita ancora il pugno).
Tomino: Sì, non c’era altro modo di pensarla. È una parte su cui avevo scommesso.
Anno: In quell’immagine così distaccata traspare tutta la loro relazione. Credo sia fantastico! Tomino: Visto che hai tirato fuori il discorso di Nanai, mi sono ricordato di una cosa. Il check dei disegni sui personaggi di Kitazume-kun. Se arrivai a dire una cosa tanto spiacevole come “e pensare che siete arrivati fino a qui, dementi! e non capite per niente una cosa simile!?”, è solo perché ero estremamente disgustato. A dire la verità, suggerire un’immagine sessuale è la parola chiave più preziosa nell’ambito del suggerire qualcosa agli altri. Solo che quei tizi probabilmente il sesso non sarebbero riusciti a capirlo nemmeno se gli avessi mostrato una figa! Quindi visto come lavorava lo staff decisi di non fare apparire troppo Nanai e mi sentii profondamente depresso. Specialmente nei momenti in cui un uomo e una donna si trovavano nello stesso posto. Quella gente disegnava senza sentimento, ignorando certe cose. Li odiai davvero.
Anno: Già. Mi chiedo come mai non capissero con che intenzioni avessi messo insieme due persone nella stessa scena.
Tomino: Proprio così. Anche se la cosa traspariva in una scena con tazzine da caffè, è finita per non trasparire in un abbraccio. Parlando di drammaturgia, mentre realizzavo quel lavoro non ne ero pienamente cosciente. Prima pensai “gli sviluppi di questa pellicola saranno questi”, ma quando lo vidi andai nella direzione “non è che come mero intrattenitore ho sbagliato la composizione?”. Ai tempi de Il contrattacco di Char sentivo fortemente questa coscienza. Mi chiedo se non fosse un problema di costruzione.
Anno: Io pensai semplicemente che forse i disegni non si accompagnavano bene con la storia.
Tomino: Adesso capisco che era chiaramente un problema di disegni. Nel mio caso quel senso di disgusto mi lasciò dei postumi. Per cui, come ho detto poco fa, nei film di Miyazaki vedo i suoi gusti lolicon. “Sei un lolicon fatto e finito, no? Allora dillo!”. Comportarsi così senza dirlo è sbagliato. Per essere specifici, quando si vedono delle mutandine bianche, in quell’istante la mano che le ha disegnate, il regista, non può che mostrarle come una cosa di fascino, non può che mostrarle come una cosa che conosce. Vorrei che si smettesse di mostrare senza consapevolezza anche la pelle nuda. E poi oltre alle mutandine non c’è anche il desiderio di spogliarle pure di quelle? Infatti è così che le conosce. Se si mette in scena un manga lolicon allora vorrei che si smettesse perché fa male all’educazione. Anche se si tratta di anime, vorrei che non si potessero mostrare certe cose. Dato che le si mostra, pare che le ragazze svolgano il loro ruolo solo per le mutandine bianche. Brillano o non brillano? E si passa dal “mi è scappato di farle vedere” al “si vedono, e quindi?”. Vorrei che ci fosse più scrupolo. Per esempio, anche nei disegni su cell. Per cui ecco “ho visto le mutandine di questa ragazza”, “si vedono”, “non ho potuto non vederle”. Cioè, non agiscono con scrupolo. Più che dire che mostrare un certo personaggio non ha senso, io penso che non ci siano scusanti. Non ci sono scuse nel mostrare mutandine con tanta leggerezza.
Anno: Già. Mi fischiano le orecchie…
Tutti insieme: (ridono)
Anno: Non riesco per niente a trattenermi.
Tomino: Se non riesci a trattenerti significa che ti scappa di mostrarle, no? Si finisce per vederle.
Anno: No, intendo che non riesco a controllare l’imprudenza degli animatori.
Tomino: Se non ci riesci… è un bel guaio. Già, un guaio. Per cui, dato che si tratta di materiale che scotta, fallo almeno in modo che sia underground. Se ti capita di vomitare tutto fuori, fai in modo che non sia di fronte a tutti. È per questo che esiste la masturbazione. Io lo faccio in privato e in cambio lavoro in questo modo.
Oguro: Questi personaggi danno una sensazione vivida, a partire dalla questione del sesso. Credo che Il contrattacco di Char ne sia pieno.
Tomino: Sì. Credo di doverti ringraziare per quello che mi hai detto. Perché a me la rappresentazione non è parsa piena. Dico solo cose spiacevoli, eh?
Anno: Anche io ho provato una certa irritazione. Perché non capiscono? Però di fronte al caso del rapporto fra Char e Nanai ho provato “aah, gli animatori non lo capiscono”.
Tomino: Ma potrebbe anche essere stata colpa mia perché non sono riuscito a spiegarmi.
Anno: Il gesto di Char quando avvolge le braccia attorno alle anche di lei doveva richiedere molta cura.
Tomino: Mi basavo sulla teoria della recitazione.
Anno: Non è difficile fare richieste tanto precise?
Tomino: Sì, e non ho potuto farle. Non potevo chiedere la Luna. Però mi sono ricordato di Yasuhiko-kun. L’erotismo proprio dei suoi disegni usciva fuori istintivamente. La cosa imbarazzante è che Yasuhiko-kun non pensa a se stesso come un maniaco, per lui sarebbe stata come una ferita mortale…
Anno: Sul serio? Gli uscivano così? (i disegni sexy).
Tutti assieme: (risate)
Tomino: Non ha quel tipo di autocoscienza. Ed è proprio per questo che (il rapporto fra Tomino-san e Yasuhiko-san) è andata in questo modo. 15 anni fa non mi capitò mai di arrivare a dirgli “ehi tu, ma guarda come lavori di merda! Dimmi un po’, ma ti piace la figa?”. Ma 15 anni fa nemmeno sarei riuscito a parlare così. Non è che non usassi parole volgari, ma non serviva che ci spingessimo a tanto. I nostri discorsi erano estremamente concettuali, del tipo “vivi come pensi”.
Anno: Non siete arrivati a parlare di sesso, eh?
Inoue: Vi atteggiavate da giovani (ride).
Tomino: Sì, si potrebbe dire che usavamo le parole che si usano nella società degli adulti. Se dovessi definire oggi la mia esperienza con Yasuhiko-kun, sarebbe proprio così.

Yuichiro Oguro
Traduzione a cura di Cristian Giorgi (Garion-Oh)
Fonte: WEB Animestyle

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