Bonus Track: Il City-pop nell’animazione
Ultimo aggiornamento: 3 Marzo 2019 da editore
Il legame tra il mondo musicale e quello dell’animazione in Giappone è molto stretto: artisti famosi che prestano le loro canzoni per le opening e le ending di anime e gruppi emergenti che sfruttano le serie per farsi conoscere sono ormai la norma. Capita sempre più spesso che le case discografiche facciano parte dei comitati di produzione degli anime. Questo legame non è cosa di oggi, ma è consolidato da ormai molti anni.
Seppure non abbia avuto un legame stretto come quello che c’è stato tra il fenomeno idol e gli anime, anche il City-pop ha avuto alcune sue canzoni utilizzate come sigle negli anime dell’epoca. Fare un elenco però non è una operazione facile; non si trovano infatti molte sigle riconducibili con certezza al City-pop.
Forse per una differenza di target, il City-pop si rivolgeva a un pubblico molto diverso da quello che seguiva l’animazione. Ma va considerata soprattutto la difficoltà nell’individuare dei confini certi a una scena musicale molto eterogenea per via dei variegati generi che l’hanno influenzata. Ciò porta a una incertezza sul collocare o meno una sigla in questa categoria.
Intanto, però, partiamo da quello su cui possiamo dirci assolutamente sicuri. La sigla per eccellenza City-pop non può che essere una sola, Cat’s Eye di Anri. Come è intuibile dal titolo stiamo parlando delle tre sexy-ladre create da Tsukasa Hojo, che hanno avuto la fortuna di avere avuto come sigla delle loro avventure uno dei pezzi più rappresentativi del City-pop, inserito in un album, Timely, che è un must per chi vuole avvicinarsi a queste sonorità.
Un’altra canzone che può essere considerata pienamente all’interno del City-pop è “Dance in the Memories” di Meiko Nakahara. Canzone riportata alla ribalta dai sample future funk, ma che all’epoca non fu neanche tra le più famose dell’artista. L’anime a cui fa da sigla però è un pezzo di storia, anche qui alle nostre latitudini. Infatti parliamo di Kimagure Orange Road di cui “Dance in the Memories” è la terza ending. Meiko Nakahara, sempre per Orange Road, ha anche composto e cantato la terza opening, “Kagami naka no actress”, sicuramente meno inquadrabile in atmosfere City-pop.
Rimanendo con la musica di Meiko Nakahara passiamo a Dirty Pair di cui l’artista ha firmato la opening “Ru-ru-russian roulette”. Ma per questo anime ci concentreremo però sul tema del film “Dirty Pair:Project Eden”: “Safari Eyes”. Il pezzo è cantato da Miki Matsubara che con la sua hit “Stay with Me” è seconda solo a “Plastic Love” per visualizzazioni e presenza nei video consigliati di YouTube, diventando uno dei volti più conosciuti nella rinascita del City-pop. La Matsubara canterà anche un altro pezzo nel sopracitato film e scriverà ancora per il mondo dell’animazione. Notevole di considerazione è “The Winner”, la opening di Mobile Suit Gundam 0083: Stardust Memory, anche se il pezzo è molto lontano dalle sonorità che si stanno prendendo in esame.
Passiamo all’ottava ending di un anime molto popolare anche qui in Italia: Ranma ½. Il pezzo si chiama “Positive” ed è cantato da Miho Morikawa. Anche se ufficialmente siamo nel 1991, l’anno dello scoppio della bolla dei prezzi, la canzone è pienamente City-pop e già il titolo “Positive” riflette l’attitudine di quegli anni, e le sonorità fanno il resto. Miho Morikawa canterà un’altra sigla di un anime storico e importantissimo: “Blue Water” sarà infatti la opening di Fushigi No Umi No Nadia.
City Hunter è l’anime che per atmosfere e colonna sonora si associa istintivamente al City-pop, ma paradossalmente le sigle che si avvicendano nel corso delle serie si avvicinano al City-pop senza però mai convincere pienamente, come invece capita sovente con i pezzi strumentali. Ma senza la pretesa di essere esaustivi e di scrivere l’ultima parola, possiamo allargare un po’ le maglie, memori di quanto, come già accennato, sia difficile tracciare dei confini netti. Tra le numerose sigle la scelta è caduta sulla ending della seconda serie, “Super Girl”. Ma degni di menzione ci sono anche altri pezzi, come “Sarah” e “Get Wild”.
Si può scrivere un articolo sul City-pop senza tirare in ballo Tatsuro Yamashita? No. Negli anni ’80 non ha avuto sue canzoni utilizzate in animazione, ma ha scritto gli arrangiamenti per sua moglie Mariya Takeuchi su due canzoni del film Toki no Tabibito – Time stranger (1986): “Toki no Tabibito”, ma sopratutto “Time Stranger (Teko’s Theme)”, su cui ci si deve soffermare per le caratteristiche da ballata City-pop.
È nel 2004 che Tatsuro Yamashita cura per la prima volta delle sigle di anime con l’opening e l’ending di Agatha Christie’s Great Detectives Poirot and Marple, ma il pezzo che più si avvicina alle sonorità City-pop è recentissimo. “Uta no Kisha” è infatti contenuto in Mirai no Mirai, film del 2018 di Mamoru Hosoda con cui Yamashita aveva già collaborato ai tempi di Summer Wars con la malinconica “Bokura no Natsu no Yume”. Il pezzo, anche se recentissimo, ci riporta indietro a sonorità di 30 anni fa.
Buon ascolto!
Godai